Pia, Il dibattito politico sul lavoro sessuale in Italia è fermo da decenni attorno alla dicotomia “favorevoli o contrari”, portando all’attuazione di prassi locali che spesso rifiutano di vedere il fenomeno come dato di realtà, come non esistesse o come se potesse essere facilmente eliminato con scelte di criminalizzazione. Il sistema italiano, attraverso la legge Merlin del 1958, è paradossale: nonostante sia legale, il sex work resta assoggettato a numerose limitazioni e stigmatizzazioni, e tale imposizione si riflette nella considerazione, sociale e normativa, di chi esercita come soggetto immorale quando non pericoloso, da colpire. Il modello legislativo attuale non permette quindi di porre in atto politiche del lavoro e sociali a tutela di tantissime lavoratrici e lavoratori – si stima che esistano più di 120.000 sex worker nel paese, persone rese invisibili dall’ordinamento italiano – né, ancora prima, di garantire dignità e diritti umani a migliaia di persone, né, ancora, di combattere seriamente tratta e sfruttamento.
Leggi l’articoloa firma di Marco Perduca e Giulia Crivellini: https://www.huffingtonpost.it/blog/2023/08/21/news/la_prostituzione_e_un_lavoro_e_il_moralismo_fa_solo_male-13179522/
Come Radicali Italiani, con l’associazione Certi Diritti e insieme a tante realtà che si battono per i diritti umani di chi esercita lavoro sessuale, non abbiamo mai smesso di proporre iniziative. Oggi c’è un’altra azione che possiamo fare insieme: portare in Parlamento la nostra voce con una nuova e avanzata proposta di legge, che decriminalizzi il lavoro sessuale e lo riconosca come tale, spostando il dibattito pubblico sulle riforme necessarie per il pieno accesso e rispetto dei diritti.
Leggi e Firma la nostro Proposta di leggeper la decriminalizzazione del lavoro sessuale: https://radicali.it/firma/sex-work/
La priorità è raggiungere in sei mesi l’obiettivo di raccogliere 50mila firme necessarie per presentare, assieme a tutta la rete di associazioni che da anni lottano con noi, la proposta di legge popolare in Parlamento. Questo sarà possibile solo grazie a Te. Se firmerai subito la proposta e ci aiuterai in questi giorni a farla conoscere ai tuoi contatti. Il costo della firma digitale di una singola legge d’iniziativa popolare come quella sul sex work è di 1,5 euro che servono interamente a ripagare la piattaforma autorizzata che certifica la tua firma e la rende valida.
FIRMA E PASSA PAROLA!
Pia, questa può essere un’occasione incredibile per continuare a lottare assieme contro chi vuole emarginare, abolire e proibire.
Grazie per quello che potrai fare!