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“Riteniamo indecorosa la discussione in atto sulla pugile intersex algerina Imane Khelif, al
centro della polemica di queste ore per la sua presunta competizione sbilanciata sul ring con
Angela Carini. Uno sciacallaggio mediatico e social lesivo della dignità di un’atleta e, in primis,
di una persona”.
A dichiararlo il gruppo di associazioni intersex Forum VCS (AISIA Odv, IntersexEsiste aps,
Intersexioni, Genitori e Bimb* Intersex mai più soli) e l’associazione Certi Diritti per le quali il
caso di Khelif (come quello precedente di Caster Semenya e di tant* altr* atlet*), rappresenta
“una pagina molto triste dello sport mondiale che dovrebbe diffondere inclusività, partecipazione
e rispetto dell’individuo tra i propri valori fondanti”.
“La Khelif è una donna intersex e ha soddisfatto tutti i requisiti stabiliti dal Comitato Olimpico
Internazionale (CIO) per partecipare alle competizioni femminili, inclusi quelli sui livelli di
testosterone. Ciò significa che, secondo le normative attualmente in vigore, lei era idonea a quel
ring. Non altrettanto idonei a commentare la vicenda – invece – molti leoni da tastiera, giornalisti
e non”.
“E’ tristemente paradossale che una condizione come la nostra balzi all’onore delle cronache
solo in caso di strumentalizzazioni politiche, quando essa sembra essere un presunto e non
dimostrato ’vantaggio’ rispetto al resto della popolazione, mentre – quando si parla dei nostri
diritti negati – viene totalmente ridotta al silenzio”.
“Le persone intersex, lo ricordiamo, sono nate con variazioni delle caratteristiche del sesso che
includono un ampio spettro di condizioni, cromosomiche, fenotipiche e ormonali. La maggior
parte di esse sono donne, altre uomini, altre non binarie, ma tutte legittimamente meritevoli di
tutela; spesso nel corso della propria vita subiscono decisioni non consensuali, chirurgiche e
non, sui propri corpi, con la presunzione di normalizzarli ma con l’unica conseguenza di mutilarli
fisicamente, psicologicamente e socialmente. La polemica di oggi aggiunge un’ulteriore violenza
che segna ogni componente della nostra comunità. Escludere un’atleta sulla base di
caratteristiche genetiche o ormonali limita la libertà individuale e il principio di uguaglianza che
dovrebbero essere diffusi e tutelati ogni giorno, in ogni sede”.
“Da parte di tutt* noi va la nostra più sincera solidarietà a Imane, al suo diritto alla competizione,
al suo impegno ad autodeterminarsi come atleta e come persona, nei margini che le sono
consentiti dalle competizioni sportive, e i nostri migliori auguri, speranzos*, anzi, sicur*, che una
polemica di questo tipo non fermerà la sua voglia di vincere e le proprie ambizioni, che – per
fortuna – sanno superare le peggiori diffamazioni”.
www.aisia.org
www.intersexesiste.com

www.intersexioni.it
www.certidiritti.org

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