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La pandemia COVID-19 sta influendo sulle vite di chi fa lavoro sessuale. La maggior parte delle e dei sex workers non è in grado di accedere alle prestazioni sociali istituite come misure di emergenza dal Governo. E’ un momento difficile e di paura, molte delle giovani sex worker donne e transessuali sono migranti, sole e senza una rete familiare a cui far riferimento. Ecco perché diverse organizzazioni hanno deciso di avviare una raccolta di fondi per aiutare chi in questo momento di isolamento si trova in situazione di bisogno estremo.

Joy aveva 23 anni quando fu attirata da una donna più grande nel mercato di un villaggio nei pressi di Benin City. La promessa era quella di un lavoro redditizio come commessa, in un negozio di vestiti per bambini, nella lontana Genova. Invece le fu programmato un viaggio estenuante e venne costretta poi a prostituirsi sulle strade della città ligure.

Sibelle, giovane transessuale brasiliana, lascia la favela di Rio de Janeiro all’età di 17 anni, ha con sé solo una manciata di Dollari americani. Le viene consegnato un documento falso che la identifica come diciannovenne e così riesce a passare le frontiere: Portogallo, Spagna, Svizzera, fino a giunge a Roma dove le speranze di un lavoro si infrangono contro la realtà. Il sogno di lavorare come estetista o parrucchiera viene accantonato e si vede costretta a vendere prestazioni sessuali nelle vie più periferiche della Capitale.

Queste sono solo due delle storie che costantemente gli operatori del sistema nazionale antitratta ascoltano durante il lavoro di strada e di prossimità nelle attività rivolte alle con le vittime di tratta e con le alle sex workers che scelgono di lavorare lavorano o vengono costrette a farlo nelle nostre città.

Oggi, però, qualcosa è cambiato; l’emergenza che stiamo vivendo sta spingendo sull’orlo di un baratro  molte/i di loro ha dato origine a situazioni  originando tremende situazioni di disagio e povertà sempre più gravi per donne, transessuali e uomini coinvolti,  a vario titolo, nei circuiti prostituzionali. Vi sono persone dedite ad attività di prostituzione  a questa attività in forma libera, concordata altre sono o costrettea, che oggi non hanno più alcuna possibilità di guadagno e che non riescono neppure a procurarsi il cibo quotidiano. 

Persone già in condizioni di vulnerabilità umana e sociale, oggi rischiano di essere escluse anche dai propri sfruttatori e di vivere in completa solitudine Per loro la gravità di non avere i soldi per comprare da mangiare o il rischio di l’essere allontanate dall’abitazione, perdendo l’unico luogo in cui proteggersi dall’epidemia è una eventualità molto concreta. Se non avranno alternative saranno costrette a uscire violando le regole con conseguenze gravi e rischio per la propria salute, ma anche per la salute di tutti..  Gli operatori del sistema nazionale antitratta, in collaborazione con altre reti e soggetti del civismo attivo e dell’auto-organizzazione delle sex workers, promuovono una campagna di crowdfunding mirata a sostenere economicamente e con aiuti materiali, tutte le persone che stanno vivendo in una condizione di indigenza, determinata  dall’emergenza Covid-19. Il nostro interesse è rivolto a tutte quelle persone che non potranno far richiesta degli ammortizzatori sociali o dei “Bonus spesa” perché non rientrano in alcuna delle categorie previste dai vari Dpcm.

Vogliamo essere accanto a chi in queste ore non riesce a portare avanti il proprio diritto alla vita e ad un’esistenza dignitosa e per questo motivo intendiamo raccogliere fondi, accanto ai Servizi Sociali delle nostre città, per sostenere tutte le persone che appartengono a questa realtà sommersa, che incontriamo ogni giorno e che mai come oggi vediamo in crisi.

Per questo motivo, si promuove una raccolta fondi i cui proventi andranno redistribuiti a tutti i progetti attivi sul territorio nazionale, che potranno acquistare generi alimentari e sostenere queste persone in difficoltà. 

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